– di Gianluca Montinaro
Ca’ del Bosco, la cantina leader della Franciacorta, ha annunciato il vincitore della prima edizione del biennale Premio Scultura Ca’ del Bosco, nato nel 2023 e riservato alle grandi sculture da esterni realizzate da artisti italiani under 40. La giuria (presieduta da Toto Bergamo Rossi e composta da Mario Codognato, Davide Dotti, Arturo Galansino, Pepi Marchetti Franchi, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e Maria Luisa Frisa) ha decretato vincitrice Irene Coppola (Palermo, 1991), con l’opera Handandland. Con questa vittoria l’artista (che ha già al suo attivo un cursus honorum di tutto rispetto) si è aggiudicata un premio in denaro a titolo di riconoscimento del merito personale oltre a una somma destinata alle spese per la realizzazione effettiva dell’opera che sarà collocata presso il parco sculture di Ca’ del Bosco, entrando così di diritto nella collezione d’arte della cantina. Il podio è stato poi completato con le scultrici Giulia Cenci, con l’opera Crescita Secondaria, e Benni Bosetto, con Perle: un successo tutto al femminile.
Vino, arte, cultura, Rinascimento, tradizione, innovazione, ecologia, etica, educazione: nel rispetto delle caratteristiche fondanti di Ca’ del Bosco, il presidente Maurizio Zanella ha fortemente voluto l’istituzione del Premio Scultura Ca’ del Bosco. Il riconoscimento è nato con un doppio intento. Il primo è rafforzare e rendere indelebile il forte legame che esiste fra l’arte e Ca’ del Bosco, una delle realtà enologiche eccellenti in Franciacorta e protagonista del rinascimento enologico italiano. Il secondo deriva dalla volontà di rendere istituzionale il forte rapporto già esistente con un’azione di mecenatismo in grado di rafforzarlo con le infinite capacità e possibilità immaginative della nuova generazione artistica.
D’altronde il legame fra Ca’ del Bosco e arte nasce fin dagli anni Settanta quando Maurizio Zanella percepisce il profondo legame fra il vino e l’immaginazione artistica, entrambi un risultato di un’unione magica fra la Natura, il pensiero, l’anima e i sensi. Ecco perché a Ca’ del Bosco si accede dal Cancello Solare, un’opera commissionata ad Arnaldo Pomodoro nel 1985 e posizionata in situ nel 1993, una struttura circolare di cinque metri di diametro che si apre in due semicerchi di 25 quintali di bronzo ciascuno.
Ma questa è soltanto la porta di accesso in un mondo che, da quando furono piantati i primi vigneti nel 1968, è stato costruito come un avamposto del rinascimento enologico italiano in cui trova posto una delle più moderne e tecnologiche cantine italiane, oltre a una Galleria d’arte diffusa che dialoga, all’interno e all’esterno, con opere di assoluta importanza. Come, tra le altre, Eroi di luce di Igor Mitoraj, Codice Genetico di Rabarama, Il peso del tempo sospeso di Stefano Bombardieri, Blue Guardians di Cracking Art, Water in dripping di Zheng Lu, Il Testimone di Mimmo Paladino e Sound of Marble di Tsuyoshi Tane.
L’opera vincitrice – Handandland (che avrà una estensione di18 metri, per 2,7 metri di altezza) – è una traccia poetica in neon soffiato che sarà installata sui gradoni esterni dell’area di produzione della Cantina, destinata alla lavorazione delle uve. Le spirali, da cui emergono le parole hand and land, si rifanno alla struttura del viticcio tipico delle piante rampicanti come la vite, ovvero l’estensione tattile che le permette di sostenersi e crescere più in là del fusto. La proposta nasce dopo un attento studio dell’area posta tra le vigne e il lungo corridoio del porticato in asse con l’opera storica della collezione Ca’ del Bosco dal titolo Eroi di luce di Igor Mitoraj. La lunga prospettiva visiva, infatti, invita il fruitore a incedere per scoprire il contenuto di quello che sembra essere un testo. Il linguaggio viene decostruito in un disegno luminoso di forme che omaggiano il lavoro nelle vigne e la conoscenza tattile di quel profondo legame tra corpo e natura. La parola inglese and congiunge e al contempo si moltiplica nelle parole hand (mano) / land (terra) diventando una sorta di mantra dove il segno si fa e si disfa di continuo, in un gioco di corrispondenze, potenzialmente infinito, tra significante e significati. La traccia calligrafica galleggia in maniera dinamica e irregolare sulla geometria dei gabbioni di contenimento che costituiscono l’architettura esterna circostante, ponendosi in un delicato dialogo con le pietre a secco che fanno da fondo, le vigne sovrastanti e il lento processo di produzione del vino che parte dalla cura della terra sino all’imbottigliamento in vetro dell’eccellenza locale, il Franciacorta. Da qui la scelta di utilizzare il vetro trasparente in pasta di Murano verde, materiale prezioso, frutto del sapiente lavoro artigiano di maestranze italiane, con un approccio scultoreo ed esteticamente affine alla natura delle vigne, poiché da spenta l’opera si mimetizza con il paesaggio ricordando dei frammenti vegetali aggrappati alla griglia, mentre d’accesa si illumina dei colori caldi della terra. Sia l’opera sia il display di supporto sono progettati interamente in materiali puri (vetro, gas neon e acciaio), mantenendo una forte relazione materica con l’architettura del sito e in accordo alle disposizioni del piano paesaggistico dell’area.
- Ca’ del Bosco
- Via Albano Zanella, 13
- Erbusco (Bs)
- Tel. 030.7766111
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