– di Gianluca Montinaro
Certezze, salde certezze. Classicità, forte classicità. Coerenza, stabile coerenza. Ecco i valori che da sempre accompagnano il lavoro di Pier Giuseppe Viazzi e di sua moglie Caterina che, con impegno, passione e sacrificio, hanno trasformato una casa di paese, in uno degli indirizzi più validi, fini ed eleganti dell’intero Piemonte.
La cucina, che non si perde dietro i fatui e vuoti sogni della contemporaneità (che tutto promette, ma nulla dà), viaggia sicura in un’aura di consolidato sapere tecnico di chiara ascendenza francese, temprato da decenni di approfondimento della grande tradizionale regionale italiana e dal continuo allenamento al gusto. Ma, d’altronde, non potrebbe essere che così: Pier Giuseppe – che, lo si ricordi, è fra i fondatori della sezione italiana di Jeunes Restaurateurs d’Europe (JRE) – conosce a menadito sia l’alta scuola (non si abbia timore a parlare con lui di haute cuisine: è fra i professionisti che più ne sanno del nostro Paese) sia le molteplici declinazioni territoriali degli usi italiani, segnati da quel tratto ‘casalingo’ che distingue la nostra gastronomia da quella d’Oltralpe.
Sicché, di fronte a una carta che muta di mese in mese, costruita partendo da materie prime da qualità, ecco snocciolati una gustosissima terrina tiepida di lingua e testina di vitello piuttosto che una trippa in umido con salsa di astice (da non perdere, se si ha la fortuna di trovarla). Un’insalata di galletto in agrodolce piuttosto che delle lumache in salsa al prezzemolo (sagace e personale interpretazione della classicissima bourguignonne). Delle sontuose animelle di vitello brasate con asparagi piuttosto che degli gnocchetti di patate con gamberi e curry… Come si sarà quindi capito la carta è tentatrice ma – se ne può esser certi e confortati – qualsiasi sarà la scelta non si mangerà se non in modo eccelso. Perché i gusti sono precisi, i profumi sono soavi e i sapori sono calibrati.
La cantina tiene il passo della cucina, con tante buone etichette italiane e francesi, anche in annate ormai rare, e con un ampio focus sui Nebbioli del Nord. Il gentile e sorridente servizio, sotto l’occhio attentissimo di Caterina, si muove in un ambiente elegante ma non formale o, peggio, compassato (con tavoli lodevolmente molto distanziati fra loro). Il conveniente menu degustazione costa appena 55 euro. Mentre il conto sale di poco ordinando quattro piatti alla carta. Spesi con tanta voglia di tornare!
- Via Umberto I, 4
- Cavaglietto (No)
- Tel. 0322.806134
- www.ristorantearianna.net
- info@ristorantearianna.net
- Turno di chiusura: martedì; mercoledì a pranzo
- Ferie: variabili