– di Gianluca Montinaro
Se per sedersi ai tavoli de Il Centro c’è da sobbarcarsi una lunga (e praticamente interminabile durante la stagione del tartufo, che a questi tavoli è di qualità eccelsa) lista d’attesa una ragione c’è. E anzi, probabilmente, più d’una. Il fatto è che questo locale – gestito con passione da Enrico ed Elide Cordero – è da molti anni a questa parte riconosciuto come una delle migliori espressioni della tradizione piemontese. Elegante senza essere compassato, tradizionale senza essere vetusto, Il Centro è riuscito nella straordinaria alchimia di creare un luogo ove – davvero – si sta bene: nel quale si ha desiderio non solo di andare ma soprattutto di tornare.
La cucina, seppur proponga ricette di derivazione sabauda, è di tale finezza e sostanza, leggerezza e gusto, solidità e bellezza, come raramente si trova altrove. Dove gustare il vitello tonnato più buono? Facile: a Il Centro. E i migliori plin? Sempre a Il Centro. E per i tajarin (quaranta tuorli, e tagliati al coltello, of course)? Ancora a Il Centro. Come si sarà capito qui – per fortuna – l’assurdo furore della creatività non si è affacciato, se non con quel senso della misura che ha portato ad alleggerire e ingentilire (secondo uso contemporaneo) quelle preparazioni che la Storia ci ha consegnato. Così ci può – e ci si deve! – abbandonare senza remore al piacere di pietanze eleganti e di soddisfazione che, secondo stagione, raccontano il meglio delle materie prime di queste terre (magari facendosi raccontare da Enrico la tanta strada fatta per andare a prendere quel particolare tipo di formaggio, piuttosto che quell’ortaggio profumato e dolce, o quella carne tenera e soave). I cardi con fonduta di Parmigiano, aglio nero e una abbondante grattata di sublime tartufo d’Alba sono di rara poesia, mentre i peperoni farciti e accompagnati da una maionese all’Aceto Balsamico Tradizionale sono da bis.
Sulle paste all’uovo, poi, non si scherza: Elide può ben spiegare perché ogni formato abbisogna della sua particolare sfoglia, differente da quella degli altri nelle proporzioni fra farina e uova, e nei tempi di riposo prima di essere tirata. Quella dei tajarin – per esempio – è porosa e leggera quant’altre mai. Mentre quella degli agnolotti e dei ravioli appare più ‘ruvida’ per legarsi meglio ai più sostanziosi condimenti (come il sublime ragù di frattaglie di agnello).
Grandi carni fra i secondi, fra cui spiccano maestose la spalla di agnello al forno (tenera e profumatissima), la guancia di manzo con fichi caramellati e la rara finanziera di agnello. Non mancano – per chi lo desidera – un piatto di pesce come anche alcune opzioni prettamente vegetariane.
Ma, per godere appieno di un pranzo a Il Centro, bisogna affidarsi a Giampiero (figlio di Enrico ed Elide) per il vino: lui saprà consigliare la bottiglia più adatta da una cantina sterminata che raccoglie il non plus ultra della produzione italiana e francese. Il menu è proposto a 120 euro. Mentre se ne spendono circa un centinaio ordinando alla carta. Ma la gioia non finisce qui: per prolungare la sosta basta fare pochi metri e raggiungere la magnifica Dimora Cordero, un elegante palazzo restaurato in modo raffinato. La mattina dopo il sogno continuerà, e non si avrà la certezza di essersi davvero risvegliati…
- Via Umberto I, 5
- Priocca (Cn)
- Tel. 0173.616112
- www.ristoranteilcentro.com
- info@ristoranteilcentro.com
- Turno di chiusura: lunedì; martedì
- Ferie: variabili